RISTORAZIONE AI TEMPI DEL COVID
Prospettive di design ed edilizia tra distanziamento sociale e ripresa delle attività
Come la creatività trova soluzioni per il ritorno al ristorante coniugando sicurezza e atmosfera: dal Mediamatic di Amsterdam, al plexiglass e alla vernice Airlite che purifica l’ambiente
“É il 9 Marzo 2020. L’Italia è ufficialmente in quarantena.
Mi guardo intorno, osservo la mia casa. Queste mura saranno le uniche cose che vedrò per i prossimi 60 giorni.”
Potrebbe sembrare l’inizio di un romanzo fantascientifico, un’altra creazione letteraria di Stephen King. Invece è stata la realtà: per due mesi abbiamo visto come il Covid-19 abbia cambiato le nostre vite. Tutte le nostre certezze sono crollate e la normalità è diventata una speranza.
Ora la signora Libertà, prima scomparsa, si fa intravedere di nuovo; il lockdown è terminato e il mondo del lavoro dovrà essere pronto a ricominciare in totale sicurezza.
Vediamo, quindi, alcune idee di progettisti di design che hanno risposto positivamente all’emergenza, riuscendo a pensare a modi alternativi per riprendere a fare una cosa data, fino ad ora, per scontata: mangiare al ristorante.
Dall’acquaponica alle serre con vista: così ad Amsterdam l’avanguardia del ristorante Mediamatic risponde all’emergenza post Covid-19
Il Mediamatic di Amsterdam non è mai stato solo un ristorante: è un vero e proprio promotore della sostenibilità; da anni, infatti, si occupa della coltivazione di verdure, erbe e fiori commestibili in una propria serra acquaponica fertilizzata con il compost creato con gli scarti della cucina. Inoltre produce birra a chilometro zero e la fermentazione di alcuni prodotti viene seguita in un apposito laboratorio, il Mediamatic Clean Lab.
Un ristorante così all’avanguardia non poteva che prendere il meglio da questa emergenza sanitaria riuscendo a reinventarsi: è riuscito, infatti, a trasformare il distanziamento sociale in un’occasione per cenare in intimità, con una vista mozzafiato su un canale della città.
Le serre sono dotate di un tavolo per due persone, i camerieri indossano guanti e protezioniper il viso e utilizzano lunghi vassoi di legno per servire i piatti all’interno delle serre, senza alcun tipo di contatto con il cliente.
Sono due le fasce orarie previste per la cena: una a partire dalle 18.00, l’altra dalle 20.30, con un intervallo di tempo tra i due orari per consentire la sanificazione della casetta.
Il Mediamatic offre un concetto di ospitalità sicura del tutto nuovo, fornendo un’idea che potrebbe essere seguita da molti.
Distanziamento sociale nella ristorazione: Plex’Eat, la campana in plexiglass di Gernigon
Dalla Francia arriva un’altra nuova idea per il distanziamento sociale nei ristoranti: la campana in plexiglass “Plex’Eat”, progettata dal designer d’interni Christophe Gernigon. L’idea è nata da una poltrona vista in un concept store in Asia, coperta da una campana, la quale permette di ascoltare la musica in totale silenzio, isolati.
Il cliente si siede sotto questa grande visiera a forma di campana che pende dal soffitto, aperta sul retro per evitare così un’eventuale sensazione di soffocamento. La protezione in plexiglass permette al cliente di consumare il pasto e bere in tutta tranquillità, mantenendo il giusto distanziamento sociale con gli altri commensali.
Dalle serre al tavolo per uno : in svezia Bord för en
In Svezia, durante la pandemia nasce un concetto nuovissimo di ristorazione in solitaria. Un tavolo, nessun cameriere e un cesto da pic Nic che scorre su una corda con l’aiuto di una ruota di una vecchia bicicletta. Il panorama che ti accoglie è cielo, prato e profumo d’erba appena tagliata. Le idee migliori vengono sempre in periodi complicati. Così è stato anche per Rasmus Persson e Linda Karlsson, la coppia di foodie che nel bel mezzo di un prato sconfinato a Ransäter, cittadina rurale nella contea di Värmland, hanno dato vita ad un nuovo modo di pranzare o cenare.
Nasce cosi il primo ristorante all’aria aperta, il cui menù è composto da piatti a km 0 , ispirati alla tradizione svedese e ai viaggi di Rasmus.
Dalle vernici che purificano l’ambiente ai materiali più sanificabili: come il Covid-19 potrebbe influenzare le scelte edilizie del futuro
Non dimentichiamoci, però, che la scienza ha fatto incredibili passi in avanti e si può ricorrere anche ad altre soluzioni, rispettando sempre il distanziamento sociale. Per esempio, come già avviene in molti studi medici, si potrebbe optare per lampade UV con sistemi di sanificazione e di depurazione aerea. Oppure ritinteggiare le pareti con l’Airlite, una vernice totalmente ecologica, pensata per purificare l’aria. Il principio è quello della fotosintesi clorofilliana: funziona con la luce, trasformando le molecole inquinanti in sali minerali idrosolubili.
Molto importante è anche il giusto utilizzo dei materiali: sono ottimi quelli lisci come cristallo, vetro e coarian poiché sono superfici che si possono igienizzare facilmente. Da evitare quindi legni, marmi e graniti, materiali porosi dove il virus si potrebbe annidare.
L’ emergenza Covid ha modificato fortemente la società, le abitudini, il modo di pensare di tutti. Il lockdown in questo senso ci ha fornito tantissimi stimoli per guardare la nostra vita da un’altra prospettiva. Un giorno ci ritroveremo a raccontare ai più piccoli di come il mondo intero sia stato piegato, ma non sconfitto, da un nemico invisibile che ha distrutto ogni cosa, tranne la creatività che è, oggi più che mai, motore della società.
“In ogni istante, anche ora, anche intorno a voi, finiscono amori, si sgretolano patrimoni, vengono cancellate esistenze irrinunciabili e contemporaneamente si accendono altre passioni, crescono nuove fortune, sbocciano splendide vite. E si va avanti. Come ha capito un ragazzo di diciassette anni all’uscita dalla curva più difficile: conta soltanto quel che ancora può essere.” – Solo bagaglio a mano, G. Romagnoli.
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